LA LIBERTà COME PRINCIPIO FONDAMENTALE DELLA VITA
Al giorno d’oggi viviamo in una società nella quale si sta
diffondendo sempre di più l’idea, e il concetto, di libertà come possibilità di
vivere senza assolvere doveri e avere responsabilità. Ci si limita a giudicare
e criticare l’operato altrui solo nel momenti in cui entra nel merito di
scombinare i nostri piani. Non è forse questa un’illusione, credere di poter
vivere senza dover rendere conto a qualcuno? La libertà non è proprio questo?
Essere capaci di giudicare ciò che ci accade ed accettare ciò che la vita ci
offre,osservando ciò che ci accade e lottando per crescere. Perché ciò che ci
troviamo davanti non è un limite o una sfiga, bensì una sfida per crescere ed
accrescere la dignità della nostra persona. Ecco, quindi io credo che prima di
parlare di libertà di espressione,opinione e informazione, sia necessario
colmare quelle lacune che riguardano i valori fondamentali della vita
dell’uomo. Perché “in un popolo dominato da quelle due passioni che le nostre
leggi cercherebbero con tanti mezzi
d’introdurre,stabilire,espandere,invigorire,in un popolo allontanato
dall’errore,approssimato alla verità, condotto alla virtù da tutte quelle
concause che il nostro legislativo sistema porrebbe in azione: in questo
popolo, il tribunale, del quale si parla, sarebbe saggio e virtuoso”.
Quello che invece accade spesso nella nostra democrazia è un
susseguirsi di scontri per raggiungere l’autonomia rispetto al prossimo. Vedendo
l’altro nel momento in cui auspica ad un’azione che richiede anche il nostro
impiego, come un attentatore alla nostra libertà. In quanto non siamo stati noi
a deliberare quell’azione. Allora io mi chiedo: cosa vogliamo realmente dalla
nostra vita? Essere così miseri da credere che possiamo bastarci da soli senza
l’aiuto di nessuno? Senza l’umiltà e l’intelligenza per capire che si, l’altro
è un mio avversario, ma mai un mio nemico. Viviamo tutti nello stesso posto, e
allora la libertà sta nel lottare ed affrontare l’altro. Per far sì, che questa
lotta porti a crescere e a capire, prima o poi, che si sprecano molte meno
energie, si vive meglio e si impara di più, lottando “con”e non “contro”
l’altro.
Io,uomo,sono veramente libero quando capisco che imparando
dall’altro ho la possibilità di arricchirmi come persona e l’occasione di
accettare ciò da cui sono sempre scappato. Si scappa e ci si rivolta di fronte
ad un grande aiuto, perché si ha paura di risultare inferiori agli occhi degli
altri. Ancor di più, perché è molto più difficile accettare il bene che il male, ed inferiore è chi consegue i suoi
risultati da solo, ma non ha la capacità di collaborare.
L’accaduto che porta l’esempio pratico di tutti questo lo
troviamo nell’aggressione avvenuta nei confronti di Panebianco. Io credo che
quei ragazzi fossero partiti con l’idea di discutere e magari criticare le idee
espresse dal Professore, tutto all’interno di un dibattito. Hanno scelto però
la “rivolta”. In una discussione, o dibattito che sia, ci si ribella quando ci
si accorge di avere una grande occasione ma non si ha il coraggio di coglierla.
Perché,ciò, significherebbe mettere da parte un po’ del proprio orgoglio,
essendo liberi di accettare una critica,o consiglio, e con un po’ di umiltà
riconoscere che l’altro è “più grande” di noi. Come accaduto appunto a quei
ragazzi, i quali pur di non discutere le parole del professore hanno messo in
scena questa bravata. È qui che entra in gioco secondo me, la drammaticità e la
povertà dell’animo moderno. Quei ragazzi avevano la possibilità di discutere
con un uomo dall’esperienza straordinaria, ma per un po’ di fatica hanno deciso
di mollare. Andando in profondità su questo accaduto, il gesto dei ragazzi
appare, per me, come richiesta di aiuto. Un aiuto che chiede di essere liberati
da tutte queste illusioni che il mondo ci circonda ed essere capaci, come in
questo caso il Professore, di andare dritti al punto ed affrontare le
questioni. Questo avviene però solo se si parte dal presupposto che ci sia un
confronto tra due uomini liberi che vogliono affrontare la questioni e non
abbattere il “nemico”. “Perché le idee si possono discutere, non impedire. Non
si possono arrestare”. quindi la libertà è un valore per il quale vale la pena
lottare, perché “Se riescono a imporsi quelli che considerano l’altro un nemico
e non un avversario”(cit. Angelo Panebianco,riflessioni delle contestazioni
subite, la libertà dell’uomo, in
quanto tale, cesserebbe di esistere e coloro che lottano per far sì che la loro
esperienza possa servire da insegnamento agli altri, avrebbero vanificato la
loro vita.